Festeggiamenti per la pensione dei colleghi,
Preside chiama i Carabinieri e blocca tutto

Volevano festeggiare i colleghi andati in pensione, ma il preside chiama i Carabinieri e la festa finisce male, anzi malissimo.

Succede in un istituto tecnico calabrese, dove vol-au-vent e pasticcini vanno a farsi benedire assieme alle musiche e a tutte le onorificenze culinarie e goderecce che si è soliti programmare in occasione del pensionamento dei docenti dopo decenni di onorata carriera. Ma quale onorata carriera! Se c’è un’onorabilità da proteggere semmai è quella della scuola, e festeggiamenti di tal fatta mal si addicono al prestigio dell’istituzione.

Questo si deduce dal tono e dal contenuto del decreto affisso all’Albo della Buona scuola calabrese che non lascia margini di dubbio circa la determinazione del dirigente, che sottolinea il “fine istituzionale dell’attività scolastica e il conseguente utilizzo di tutti i locali di questo istituto allo scopo destinati”.

Non importa che la ministra della Buona scuola intenda aprire fin da subito le scuole, d’estate, di pomeriggio e di sera, alla collaborazione di enti, associazioni e famiglie.

Non importa se la consuetudine diffusa da tempo immemorabile in tutta Italia permette, tollera e anzi favorisce, nell’ottica della solidarietà e dell’affiatamento tra i professori, momenti di vicinanza e di gioia nelle nostre scuole. La consuetudine non può andare contro le leggi e le leggi, secondo il dirigente, vietano utilizzi impropri dei locali della scuola, pensata c’immaginiamo per ben altri scopi.

Atteso che “negli anni passati vi è stato utilizzo improprio di tale uso – proprio così si legge nel decreto– in concomitanza del termine dell’attività lavorativa per entrata in quiescenza di alcuni dipendenti, preso atto che il festeggiare il dipendente che va in pensione è un fatto assolutamente privato che esula totalmente dall’attività istituzionale della scuola, visto il decreto legislativo n. 165/2001 che all’art. 25 individua nel Dirigente scolastico la figura preposta, tra l’altro, alla legale rappresentanza, ad esercitare autonomi poteri di direzione e di coordinamento ed ad organizzare l’attività scolastica, decreta di far divieto di utilizzo dei locali scolastico per fini non istituzionali”.

Il dirigente decreta inoltre “di esplicitare che non rientrano nei fini istituzionali tutti i tipi di festeggiamento per salutare i dipendenti che verranno posti in quiescenza tramite l’introduzione nei locali scolastici di sostanze alimentari, bevande e quant’altro e/o accompagnare con musiche di qualsiasi tipo tali saluti e/o invitare persone estranee alla scuola”. Incarica pertanto “i docenti collaboratori e fiduciari di plesso all’attuazione di tale divieto”.

Infine decreta “di porre a conoscenza alle competenti forze dell’ordine per territorio del presente decreto in via preventiva ove necessitasse il loro intervento”.

Il decreto è inviato ai docenti e alla Stazione dei Carabinieri e reca l’avvertenza di rito secondo la quale “avverso il provvedimento è ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni oppure ricorso giurisdizionale entro i giorni previsti dalla legge a far data dalla “pubblicazione all’Albo di questa Istituzione scolastica”.

Chissà se i docenti si recheranno dall’avvocato e se i pensionati, in caso di vittoria, torneranno a scuola per un ultimo festeggiamento. E soprattutto chissà se i vol-au-vent saranno ancora buoni da mangiare.

Articolo di Vincenzo Brancatisano pubblicato su Orizzonte Scuola il 10 giugno 2016

19 giugno 2016

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