Gli “inidonei” vanno da Gratteri

Una delegazione di candidati dal procuratore per chiedere giustizia

“Signor giudice, guardi questo compito, la commissione esaminatrice lo ha valutato di fasci alta. Ma è stato tutto copiato, persino nella punteggiatura. Come questo ce ne sono molti altri”.

Lo hanno denunciato i docenti “inidonei” dell’ultimo concorso per presidi, al cospetto del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha ricevuto in Procura una delegazione del comitato che si batte per dimostrare la presunta “irregolarità” della selezione calabrese del 2011 per il reclutamento di dirigenti scolastici, oggetto di un’inchiesta giudiziaria.

Dal 2012, decine di candidati bussano alla porta della giustizia, per avere risposte ai molti interrogativi emersi. Sul concorso sono piovute, finora, circa venti denunce penali. “Se un cittadino si sente leso e denuncia un reato, deve essere ascoltato”, ha detto tempo fa Nicola Gratteri, a Lamezia Terme, in occasione di un evento pubblico. Ecco perché i docenti ripongono le loro speranze nel neo procuratore capo Gratteri, il quale si è sempre impegnato per diffondere il valore dell’onestà anche tra gli studenti delle scuola.

Come lo stesso magistrato ha affermato più volte, “bisogna partire dalla scuola per costruire la cultura della legalità. Eppure – hanno lamentato i non idonei – proprio nel mondo della scuola si è consumata una vergogna senza precedenti. Abbiamo visionato i documenti del concorso, che sono a dir poco inquietanti. Un centinaio di candidati siamo stati sentiti dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, a cui abbiamo consegnato tutte le informazioni in nostro possesso”.

In particolare, i presenti hanno mostrato a Gratteri l’elaborato di una neo preside, “quasi interamente copiano” hanno detto  da un noto testo di preparazione al concorso, finito anch’esso sul tavolo del magistrato come prova del presunto plagio. Già durante l’incontro lametino, il “Comitato non idonei”  aveva consegnato una lettera di denuncia dai toni forti. «Abbiamo imparato a nostre spese – si legge nella missiva –che “meritocrazia”, imparzialità” e “buon andamento” nella P.A. sono soltanto astratti concetti da manuale, perché nella realtà di tutti i giorni, soprattutto in Calabria, capita non di rado di imbattersi in personaggi arroganti che gestiscono la Pubblica Amministrazione come se fosse casa propria, incuranti delle leggi e convinti di essere intoccabili»

Articolo a firma r. c. pubblicato su il quotidiano il 24 febbraio 2017

 

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