Intervista a Pino Aprile
La scuola, al Sud, l’hanno rasa al suolo e ora deportano i prof
Ovvio che al meridione ci sono più insegnanti che cattedre -
dice lo scrittore, autore del bestseller "Terroni" - I posti sono
stati spostati al Nord dove c’è l’esclusiva degli asili, del tempo
prolungato e delle borse di studio...
«Non insistere». Va bene Pino Aprile, ma si voleva solo mettere
in luce una cosa che si capisce dai dati su prof e cattedre, e cioè
che se davvero al Nord ci sono molti più posti nelle scuole che
insegnanti e al Sud è esattamente il contrario, almeno cade il mito
dei docenti meridionali che rubano il pane ai colleghi setten... «Ma
la smetti? Perché ti soffermi sul dettaglio? ».
Un'intervista a Pino Aprile è così: entusiasmante ma impetuosa come
le montagne russe del luna park, devi reggere i sobbalzi e tenerti
aggrappato agli appositi sostegni. L'autore di Terroni, best seller
incredibile, tradotto in tutto il mondo, prende molto sul serio la
polemica sulle immissioni in ruolo che gli insegnanti del Sud
considerano «una deportazione». Prende sul serio la polemica ma si
rifiuta di replicare direttamente a Gian Antonio Stella, per
esempio, che sul Corriere della Sera di due giorni fa smontava il
cosiddetto vittimismo meridionale con la glaciale freddezza delle
statistiche (ci sono molte cattedre libere e pochi "arruolandi" al
Nord, molti arruolandi e pochi posti al Sud, appunto), ma pone una
questione di tutt'altro genere (di tutt'altro genere almeno
all'apparenza).
Va bene, la seguo, Aprile, dica pure.
Ecco, allora quello che tu mi dicevi è l'ennesima riprova che si
vuole isolare un dettaglio per nascondere il totale.
E qual è il totale?
Titolo: la distruzione della scuola al Sud. Sottotitolo: il tempo
pieno al Sud è inesistente. E questo spiega tutto. Secondo le norme
dettate dalla Gelmini, e scusami ma io non mi faccio capace che sia
stata ministro dell'Istruzione, quelle norme dicevo hanno fatto in
modo che il tempo pieno ci fosse solo al Nord: ovviamente se hai il
tempo pieno magari hai anche un maggiore fabbisogno di insegnanti, o
sbaglio?
Certo.
Aggiungi a questo che quello stesso governo introdusse il principio
della spesa storica anche nel finanziare i costi sostenuti dai
Comuni per le scuole materne. Il che però ha prodotto, tanto per
dire, un esito paradossale in materia di asili nido: perché al Sud
gli asili nido non ci sono mai stati e quindi i finanziamenti sono
affluiti tutti nelle regioni in cui queste strutture già esistevano,
al Nord appunto. Si tenga presente che all'inizio il criterio doveva
essere quello del maggior fabbisogno: quando la Lega ha capito che
così le risorse per le scuole dell'infanzia finivano tutte giù è
intervenuta e ha fatto cambiare la norma...
I posti al Sud non ci sono perché li hanno spostati, insomma.
Ah ecco, non vorrei negare alla Gelmini un altro merito: quello di
aver cancellato dai programmi di studio dei licei la gran parte
degli scrittori e dei poeti meridionali.
Di quest'altra "discriminazione" si sa poco.
Ma è stata sancita per legge, con un decreto del presidente della
Repubblica del 2010, per la precisione, e il presidente in questione
era Giorgio Napolitano. Allora: tanto per intenderci Alberto Asor
Rosa ha definito uno scrittore siciliano, Elio Vittorini, come colui
al quale, tra opere proprie e influenze su altri autori, è
riconducibile il 30 per cento della produzione letteraria del nostro
'900. Ma anche al di là di Vittorini il predominio della letteratura
meridionale sul secolo più fertile della nostra storia letteraria
sarebbe evidente a tutti.
Continui.
Allora, la Gelmini stilò un elenco dal quale furono incredibilmente
depennati quasi tutti gli scrittori e poeti del Sud: il premio Nobel
Salvatore Quasimodo, il premio Nobel Grazia Deledda, Leonardo
Sciascia, Rocco Scotellaro, Gesualdo Bufalino... Niente, non si è
salvato nessuno. Cancellarono tutti, Corrado Alvaro... tutti.
Proteste dell'opposizione di allora e di oggi?
Sì, guarda, una dozzina di interpellanze: risultati zero. Una
giovane deputata siciliana dei cinquestelle, Maria Marzana,
bravissima, segretario della commissione Cultura della Camera, è
riuscita a far approvare l'anno scorso una risoluzione
interparlamentare che impegnava il governo a riportare nelle scuole
poeti e scrittori meridionali.
Risultato?
Il governo se ne strafotte. Scatenai una polemica frontale con la
Giannini, lei disse che ignorava la faccenda, eppure dovevano
esserle arrivate in proposito le mozioni di diverse regioni del Sud,
Campania e Basilicata per prime... certo non dalla Puglia.
Perché la Puglia si è dissociata?
La Puglia presieduta dal poeta Nichi Vendola si astenne perché... il
poeta non ama la concorrenza. In ogni caso tutta questa
mobilitazione non è servita a nulla.
Ma lei dice che c'è una scientifica volontà di cancellare il
Meridione dalla scuola e addirittura dalla cultura del Paese?
Vogliamo parlare del culturalmente disastroso governo Letta? Della
ministra Carrozza? Allora, sai quali criteri di valutazione ha
introdotto per le università? Potremmo sintetizzarli così: si
definiscono migliori le università nel cui territorio ci sono
aziende ricche. Vuol dire che quelle del Sud sono destinate alla
chiusura anche se fanno più ricerca di quelle del Nord. E in effetti
ci siamo: i corsi di laurea negli atenei meridionali vengono
soppressi, i ragazzi sono costretti a trasferirsi nelle regioni
settentrionali per studiare. E stiamo ancora a stupirci del fatto
che nel campo della formazione al Sud non c'è più lavoro? Ma se è in
atto una migrazione coatta di massa... E vogliamo ricordare o no che
per incoraggiare quest'esodo sono stati fissati dei tetti di reddito
per l'accesso alle borse di studio assai più alti nelle università
settentrionali che in quelle meridionali, del tipo 26mila euro nelle
prime contro i 15mila previsti per le seconde?
A fronte di tutte le sue recriminazioni, Aprile, resta l'assioma
che si è ormai fatto spazio nell'opinione pubblica: gli insegnanti
meridionali che pretendono di essere immessi in ruolo nella scuola
sotto casa e non vogliono trasferirsi sono dei parassiti.
Il governo ben si guarda dall'illustrare il sistema con cui ha
stilato le graduatorie: il famoso algoritmo è una roba che produce
solo errori, lo ammettano e correggano gli errori, punto.
Ma l'alta burocrazia non era piena zeppa di meridionali? Com'è
che l'amministrazione dello Stato penalizza sempre il Sud, allora?
I sistemi coloniali funzionano esattamente così: la classe dirigente
intermedia è locale, ma se non obbedisse al potere vero verrebbe
spazzata via. Avere i ministeri pieni di meridionali è semplicemente
una beffa.
Intervista di Errigo Novi pubblicata
su IL DUBBIO il 12 agosto 2016
31 AGOSTO 2016
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